Benvenuti al quarto appuntamento di QUARAN-TIP, la nostra pillola giornaliera per ripensare al vostro spazio di lavoro domestico.
Fino ad ora, abbiamo parlato del nostro spazio interno( consapevolezza) e lo spazio a noi più prossimo( ambiente dedito a studio e le sue caratteristiche). La scelta di procedere per gradi è sostenuta dalla tecnica del pomodoro, un consiglio noto per gestire il tempo ma una tecnica promossa anche da psicologi e psicoterapeuti per trasformare in virtù quello che altrimenti sarebbe un cambiamento netto. “Cinque minuti” al giorno di una pratica virtuosa, fanno sì che presto potrà diventare abitudine.
Una volta provato a comprendere il nostro atteggiamento nei confronti dello smart working e una volta creato un setting con le caratteristiche ottimali per lavorare, possiamo accomodarci. Ma come? In questo blog, è stato più volte affrontato il tema della postura. Più volte abbiamo riportato la frase “seating is the new smoking”, sottolineando come lo star seduti possa essere davvero improduttivo per il nostro fisico.
Se si è elaborato un atteggiamento propositivo nei confronti della comune condizione di quarantena, potremo provare a esprimerlo attraverso il corpo. Prima di tutto, rilassando le spalle, mantenendo la schiena dritta e non incurvando il collo. Tieni la testa alta, le spalle rilassate e gli occhi in linea con lo schermo del PC. Stare allineati non implica stare in tensione quindi fate attenzione a non contrarre i muscoli. Perché? Bhè, ad esempio, avere un collo curvato e una mascella in tensione aumenta il rischio di mal di testa!
Sia per aiutare la vista, sia per non sforzare il collo e la parte superiore del corpo, è necessario rispettare la giusta distanza dallo schermo del computer. Fra monitor e occhi dovresti mantenere una distanza che va dai 50 agli 80 cm. Questo dipende dalle dimensioni dello schermo.
Bisogna prestare attenzione anche alla posizione delle gambe. Tutti noi abbiamo avuto un genitore, parente o insegnante che ci invitava a non accavallare le gambe. Rinnoviamo l’invito. Questo perché questa posizione compromettere una buona circolazione venosa. Perché si diventi virtuosi nella seduta, è preferibile stare con i piedi ben appoggiati a terra. Quando si è seduti, le gambe devono avere un’apertura ad angolo retto, i quadricipiti paralleli al pavimento e a 90 gradi rispetto ai polpacci. Se la distanza della seduta da terra non permette un appoggio dritto al pavimento, procuratevi un poggiapiedi( una scatola, una bacinella).
Ecco, un altro elemento solitamente sottovalutato in ufficio( e figuriamo a casa) è la posizione del polso mentre si digita. Con le spalle rilassate, i gomiti devono formare un angolo di 90-100 gradi ed essere allineati con i polsi. E’ per questo che le sedie ufficio sono dotate di braccioli regolabili in altezza. In assenza di una sedia con i braccioli, vi consigliamo di trovare un’altra base di appoggio( ad esempio, una nostra collaboratrice ha creato una pila di libri) e di sgranchire i polsi con movimenti lenti e rotatori nei momenti di pausa.
Bhè, possiamo dire che sono attenzioni sufficienti per vivere meglio le ore di lavoro. Non basta, però, questo. Ci sono altre piccolissime accortezze che, però, lasciamo nella pillola di domani.
A domani, per il quinto step!