Ben ritrovati e benvenuti nel secondo intervento della nostra rubrica QUARAN-TIP, lo spazio giornaliero dove metteremo a disposizione le nostre conoscenze sui luoghi di lavoro.
Ieri ci siamo lasciati con una domanda relativa alla consapevolezza del nostro posizionamento nei confronti del lavoro da casa. Ridondante ma necessario chiarire come il lavoro da casa si collochi in un contesto ben più ampio che è quello della vita a casa. Che sia vissuta in uno spazio di 40mq o di 70, tutti siamo in una condizione di necessario isolamento e obbligata condivisione. Quello che cambia è il modo in cui ognuno si sta relazionando all’esperienza.
Partiamo da un assunto di base: per poter pensare allo spazio, dobbiamo pensare prima a noi. Alle nostre preferenze, caratteristiche e abitudini. Lo spazio non fa altro che rifletterle. E se siamo in confusione? Come possiamo pensare ad uno spazio?
Abbiamo trovato un riadattamento dello schema sulla comfort zone di The Wealth Hike, postato da La Casa della Pace di Milano come stimolo per aiutare ad avere consapevolezza così da avviare un cambiamento del nostro luogo di lavoro. Per alcuni di noi, è stato divertente collocarsi. “Un gioco”, è stato definito.
E’ possibile vedersi in diverse zone in diversi momenti della giornata ma l’importante è volere provare a essere nelle zone più produttive, senza angosce se, prima di mandare una mail, si slitta nella zona di paura. L’importante è riconoscerlo. E’ fondamentale sfruttare il tempo tolto alla socialità, alla propria analisi.
Una posizione di consapevolezza, apertura, crescita e, aggiungiamo, incoraggiamento, porta ad una trasposizione del proprio approccio negli elementi d’arredo.
Ci siamo collocati?
Se si, siamo pronti a ripensare al nostro ufficio domestico. Iniziamo con un paio di dati legistlativi( che tanto ci emozionano in questo periodo). Secondo il D. Lgs. 19 settembre 1994 n. 626:
Ogni lavoratore occupato in ciascun ambiente deve disporre di una superficie di almeno mq. 2 e una cubatura non inferiore a 10mc( con minimo 3metri di altezza soffitto).
Il decreto fa riferimento ai contesti aziendali quindi non sono da seguire quanto, piuttosto, da leggere e comprendere. Ergonomicamente parlando, 2 metri quadri sono considerati la metratura minima per lavorare in comodità.
-Avete a disposizione un piano di appoggio di almeno un metro? Riuscireste a ricavarvelo? il fatto di aver lavorato in due per un mese su un tavolo 120*80 non vi esclude dal ripensare al
-Avete modo di misurare l’altezza del vostro piano di lavoro? MEDIAMENTE:
L’altezza ottimale del piano di lavoro è di 74 cm, se siamo seduti.
L’altezza ottimale del piano di lavoro è di 120 cm, se siamo in piedi
Come ieri, anche oggi vi lasciamo con quesito a cui suggeriamo di rispondere per trovare ispirazione nelle parole di domani. Una domanda che siamo abituati a sentire da quando siamo piccoli:
-Qual è il vostro colore preferito?
A domani, per il terzo step!