La scorsa settimana, IBM ha pubblicato i risultati di uno studio su come le opinioni degli americani stanno cambiando a seguito della pandemia di Covid-19 . E’ giusto sottolineare come il campione scelto sia, appunto, appartenente al continente americano quindi, per quanto occidentale, non del tutto rappresentativo del Bel Paese. Se, però, è vero che “i principali trend partano dall’America e poi arrivano in Italia”, può essere utile riportare almeno il dato che troviamo più significativo:
Gli americani non sembrano mostrare particolare entusiasmo all’idea di tornare in ufficio. Secondo il sondaggio, il 54% degli americani vuole mantenere il lavoro a distanza come principale modalità di lavoro, e il 70% afferma che gli piacerebbe che fosse almeno un’opzione.
Un risultato che obbliga a porsi nuovi interrogativi sulla gestione della risorsa umana, degli ambienti e tra lavoratori e ambiente. Da parte del nostro team, da questa pandemia, abbiamo avuto conferma che non siamo solo fornitori di arredo ufficio ma anche e soprattutto lavoratori che lavorano per gli spazi che lavorano. E il primo spazio a cui dare priorità, ora, è lo spazio umano. Abbiamo provato a dare ai lavoratori dei suggerimenti su come gestire il proprio spazio di lavoro domestico. Oggi, invece, vogliamo porre alcune domande a chi gestisce un team.
Per il cambio di prospettiva, abbiamo pensato a tre domande che ognuno può porsi per assicurarsi di essere pronto a fornire il miglior ambiente di lavoro per il proprio team.
Il primo e più grande cambiamento riguarda il modo in cui pensiamo al lavoro e come misuriamo la produttività. Non c’è dubbio che lavorare in remoto sia diverso dal lavorare in ufficio. La differenza fondamentale sta nel modo in cui ci si approccia al lavoro, specialmente quando si tratta di dimostrare, garantire e misurare la produttività.
In generale c’è una diffusa tendenza da parte delle aziende a pensare la produttività in termini di quantità di tempo, anziché in relazione ai risultati. La valutazione dei risultati in termini qualitativi anziché quantitativi, oltre a contribuire ad una gestione del tempo responsabilizzante e human-centred, risulta essere l’unico approccio possibile quando non sei in grado di sbirciare la scrivania del tuo collaboratore per vedere se effettivamente sta lavorando e a cosa.
Dopo aver deciso secondo quali principi orientare l’impegno lavorativo, il passo successivo è capire come supportarlo. In molti casi ciò significa ridefinire i ruoli per garantire un effettivo orientamento al compito, semplificare i sistemi di onboarding, formazione e responsabilità.
Pensare ai sistemi di gestione, vuol dire anche tenere conto dei diversi contesti in cui ogni dipende lavora. Ipotizziamo che il lavoro da remoto rimanga una condizione consigliata per lungo tempo, come organizzare il lavoro di una madre di famiglia? Quali orari stabilire per essere rintracciati? Queste sono cose importanti da considerare prima che si manifestino i disagi di regole imposte senza mediazione o, meglio, senza ascolto.
Infine, decidi quali strumenti sono necessari per il tuo team. Negli ultimi mesi, molte persone che lavorano da casa utilizzano i propri dispositivi. Sebbene, in molti casi, sia stata l’unica soluzione possibile, potrebbe non essere la migliore lungo termine. Cosa succede quando si rompe il laptop di un dipendente? È qualcosa che devi capire prima che diventi un problema.
Ciò include anche il software e la tecnologia per aiutare il tuo team a rimanere connesso e coinvolto. Probabilmente ne hai usati alcuni, anche se speravi che fossero soluzioni temporanee. È tempo di costruire il tuo pacchetto digitale, che dovrebbe includere qualsiasi cosa, dagli strumenti di comunicazione del team, alla gestione dei progetti, alle videoconferenze, alla gestione dei dati.
Tutto ciò potrebbe sembrare stravolgente e, onestamente, crediamo sia normale. E’ uno scenario nuovo per milioni di persone al mondo, il che significa che va bene non averlo ancora del tutto capito. D’altra parte, probabilmente vale la pena fare ora il duro lavoro, dal momento che, stando al dato IBM, i tuoi collaboratori potrebbero non avere il tuo stesso entusiasmo all’idea di tornare in ufficio.